Tra il 2015 e 2021, più di 500.000 migranti sono giunti in Italia, viaggiando soprattutto via mare. Molti sono arrivati con la speranza di un'occupazione stabile, migliori condizioni di vita e l’opportunità di guadagnare qualcosa per le proprie famiglie.
La via più comune dal Bangladesh all'Italia passa per la Libia, poi dalla Libia, via mare, per la Sicilia: un viaggio che spesso costa migliaia di euro.
La ragione primaria per migrare è la ricerca di un lavoro e un reddito stabile, dato che il Bangladesh è un Paese a basso reddito e con una disoccupazione molto alta , e molti dei lavoratori sono inesperti. Coloro che arrivano in Libia scoprono presto che la situazione è terribile. Alcuni bangladesi sono costretti a lavorare senza stipendio, oppure vengono trattenuti nelle prigioni libiche come ostaggi, subendo numerose violenze. Queste persone viaggiano verso l’Italia attirate da promesse di lavoro e da una comunità consolidata di bangladesi: attraversare il Mediterraneo diventa un rischio che vale la pena correre.
Nella prima metà del 2017, sono arrivati in Italia più di 5.500 migranti senza documenti - circa l’11% di tutti gli arrivi di quell’anno. Sono diventati il gruppo più grande dopo i nigeriani. Ci sono varie ragioni per cui arrivano in grandi numeri, e la maggior parte sono motivi universali tra i migranti: dal fuggire da alti tassi di povertà al volere aiutare la propria famiglia.
Dagli anni ’90, c’è stato un aumento costante del numero di migranti bangladesi residenti in Italia. Nel suo articolo “Immigrati bangladesi in Italia: dalla geopolitica alla micropolitica”, Melanie Knight scrive: “Nel corso di pochi mesi fra fine 1989 e la metà del 1990 un piccolo gruppo di 200-300 bangladesi residenti a Roma si è espanso di venti volte diventando la più grande comunità bangladese dell’Europa continentale. La stessa è poi raddoppiata in grandezza attraverso la migrazione clandestina fino ad arrivare a una stima di 10.000 persone”. Ciò è in parte dovuto alla legge Martelli del 1990, che consentiva maggiori percorsi per l’ottenimento della cittadinanza per i rifugiati. Avere una comunità stabile in Italia, all’interno della quale molti sono occupati in settori come l’agricoltura e la vendita ambulante, è un’attrattiva per coloro che lasciano il Bangladesh.
Per i migranti, la strada verso l’Italia è lunga ed estenuante. Molti si imbarcano dalla Libia per attraversare il Mediterraneo e raggiungere Lampedusa, pagando i trafficanti con somme esorbintanti - dell'ordine di migliaia di euro. Il costo e la sicurezza vanno di pari passo, perciò alcuni, non potendo permettersi altro, optano per trafficanti meno costosi e viaggi spesso più rischiosi e meno affidabili.
Le morti per ipotermia o assideramento non sono rare: dal maggio 2021, oltre 13.000 migranti sono approdati in Italia durante l’anno, e più di 500 sono deceduti. Si tratta del numero più alto in quattro anni. Inoltre, molti trafficanti clandestini prendono il denaro e abbandonano quelli che hanno pagato in situazioni di precarietà. Molti migranti “cadono vittime di intermediari fraudolenti e sfruttatori, e ciò li espone alla perdita di tutti i loro risparmi; vessazioni; abusi e incarcerazione”.
Anche se il numero di lavoratori in arrivo dal Bangladesh è in costante aumento, per loro sta diventando sempre più difficile trovare stabilità una volta arrivati. Il numero di concessioni di permessi di soggiorno continua a diminuire, e non vi è più un limite specifico di permessi destinati ai bangladesi. Nuove leggi sono state introdotte allo scopo di frenare i flussi migratori, mentre grandi gruppi continuano ad arrivare a Lampedusa ogni giorno. Il fenomeno dei migranti bangladesi in Italia sta acquisendo terreno, e non sembra che i numeri abbiano intenzione di diminuire.