Decine di testimonianze dirette raccolte e pubblicate per mostrare cosa significa vivere sotto le bombe. È il progetto di storytelling ideato da DCN Global.
Il popolo ucraino da ormai 18 giorni resiste all’invasione armata di Mosca. Da settimane uomini e donne di ogni età sperimentano perdita, dolore, violenza, ma anche coraggio e speranza. Il progetto Humans for Ukraine, promosso da DCN Global, sta raccogliendo decine di storie di oppressione, violazione dei diritti umani e di migrazione che arrivano direttamente dai cittadini ucraini.
La campagna è stata lanciata dalla rete di professionisti del digitale che ha messo in campo la propria competenza nel settore media, realizzando un progetto di storytelling interamente costruito con i contenuti che i protagonisti stessi della guerra condividono. Si è scelto di mostrare i fatti dalla prospettiva della società civile, come già accade in modo frammentato e continuo sui social network, con la razionalità di un vero e proprio reportage.
Come Dasha, 14 anni. Sopravvissuta a mala pena all’evacuazione di una zona calda degli scontri, Zaporizhzhia, si trova ora in Polonia. Quando sono iniziati i bombardamenti, la madre di Dasha era in viaggio per affari, e non ha potuto fare ritorno a casa per portare in salvo la figlia. «Viaggiava con un gatto in scatola che è stato quasi schiacciato dalla ressa umana in fuga - racconta la donna - è finita in uno scompartimento con altre dieci persone, quando in tempo di pace ne contiene quattro. È riuscita a lasciare la città con la sorella di mio marito, questo è importante». Dasha è poi sopravvissuta al fuggi fuggi mortale a Lviv, nella stazione ferroviaria. Ha percorso in auto un tragitto per 36 ore, senza dormire.
Cosa è accaduto nella città di Sumy lo racconta Oksana, un’insegnante di scuola primaria. «Sopra casa volano aerei e piove grandine…Ci nascondiamo nel seminterrato o nel corridoio e speriamo che passi. Ieri nella nostra città le truppe russe hanno lanciato una bomba su edifici residenziali di notte, sono morte 21 persone, tra cui 3 bambini…».
Alcuni si rifugiano in campagna. Olha racconta di aver lasciato Kyiv il 25 febbraio: «Ora siamo nella nostra casa di campagna nella regione di Kyivski, a 20 km da Kyiv. Dieci persone (cinque bambini, un uomo, tre donne, una nonna), un cane, un gatto e un riccio. Di notte stiamo nella nostra cantina...La mattina dopo aver lasciato Kyiv, la casa vicina alla nostra (400 metri) è stata bombardata...».
Ci sono molti modi per condividere la propria testimonianza e far sentire al mondo la voce degli Ucraini: la pagina web Humans for Ukraine e sui profili DCN Global Facebook, Instagram, Twitter e TikTok. Le storie sono aggiornate quotidianamente e includono diari digitali, immagini, citazioni, blog, interviste dall’Ucraina e dai paesi vicini in cui sono arrivati i rifugiati, durante una guerra che minaccia tutti, ma che sta colpendo maggiormente la prima linea ucraina.
La sicilianità è la skill di cui vado più fiera, poi sono partita e da allora vado sapendo di me. Scrivo per distinguere le cose, non esiste giusto o sbagliato, ma la complessità nauseabonda a volte della realtà. Citofonate D’Arrigo per media, politici birbanti e storie molto umane.