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Il sovraffollamento mondiale aggraverà la crisi climatica?
16 novembre 2022

Il sovraffollamento mondiale aggraverà la crisi climatica?

Lo spauracchio del sovraffollamento, nato in conseguenza all’esplosione demografica degli ultimi decenni del XX secolo, è diventato un tarlo fisso, una minaccia per l’umanità.

L’aumento esponenziale della popolazione è generalmente unito all’aumento di densità demografica in alcune aree della Terra, e ha interessato soprattutto il sud-est Asiatico. Il 15 novembre 2020 è stato registrato il numero di 8 miliardi di abitanti sul pianeta: con i nuovi “nati” degli occidentali, viene da chiedersi quanto si accorceranno le risorse, quanto si amplieranno i divari sociali e se si acuirà la crisi climatica.

Si è discusso e studiato a lungo riguardo al sovraffolamento, ma ad oggi si è fatto poco.

È un problema rilevante, se si pensa che la Cina - colosso demografico moderno -, per cercare di frenare la crescita demografica, dal 1979 al 2013 attuò la politica del figlio unico: una legge di controllo sule nascite che imponeva il concepimento di un solo figlio per contrastare il forte incremento della popolazione.

Attualmente, dalle stime del dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni Unite, le persone che popolano la Terra sono 8 miliardi. Il sovraffollamento, i cambiamenti climatici e la possibilità di epidemie sono fattori in rapporto tra loro che costituiscono un circolo vizioso ormai difficile da frenare. Come spiega in un’intervista ad Agi Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica molecolare del CNR-IGM di Pavia, la sovrappopolazione mette a rischio le risorse della Terra, e contribuisce al cambiamento climatico.

Ogni umano, infatti, esercita un’impronta ecologica rispetto all’ambiente, e contribuisce all’emissione di CO2. Il vero problema del sovraffollamento sta nel fatto che, se tutti gli abitanti della Terra avranno gli standard dell’Occidente, le risorse disponibili non saranno sufficienti, né - ovviamente - equamente distribuite.

Il Covid-19 ha accentuato e incrementato le fragilità e le disuguaglianze di qualunque Paese, menando fendenti ancor più profondi nel Sud del Mondo e nei Paesi che già non godevano di una buona stabilità. In particolare, in India la pandemia ha scoperchiato tutte le falsità, le promesse e le illusioni fatte dal governo; soprattutto dal primo ministro Narendra Modi, che, con l’aiuto dei media, ha convinto i cittadini dell’innocuità del Covid-19, costruendo una vera e propria narrazione alternativa rispetto alla gravità del virus e della pandemia. Inoltre, è stato proprio nelle zone rurali, in cui si concentra il numero più alto di abitanti, che il virus ha trovato terreno fertile.

In India, secondo dati aggiornati a novembre 2022, vivono 1.412.125.489 di persone - circa il 17,7% della popolazione mondiale totale. Dopo la Cina, è il Paese più popoloso al mondo. Viene da pensare che l’incubo di cui l’India è stata protagonista durante la pandemia non sia stato solamente una conseguenza della malagestione del governo, ma anche del sovraffollamento.

La sovrappopolazione, infatti, è uno dei problemi fondamentali del Paese, come racconta Pablo Trincia nel suo ultimo podcast Megalopolis- Mumbai 2050. A Mumbai, e in generale in India, le differenze sociali e gli effetti del cambiamento climatico sono già più che evidenti, e creano una ferita che ormai è impossibile curare - e che la pandemia ha fatto in modo si “infettasse” e propagasse ulteriormente. Nel corso delle dieci puntate, il podcast “basato su fatti realmente immaginati” ci immerge in un mondo che è completamente diverso da quello che conosciamo: una diversità non solo “percettiva” e ascrivibile ai sensi, agli odori delle pietanze, ai rumori assordanti del traffico o alla lingua, ma anche di senso della vita - che assume un significato del tutto nuovo. Infatti, il monito de L’uomo senza nome è quello di capire chi siamo e perché siamo qui - per comprendere che, in realtà, è questo il paradisom e indirettamente possiamo contribuire a salvarlo. È un pensiero difficile, per noi occidentali, lontano dai canoni tradizionali, ma se con uno sforzo se ne riesce a comprendere l’essenza, allora rende possibile un mondo nuovo e in realtà vicino.

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Il podcast si chiude con un monologo, una presa di coscienza, che avviene troppo tardi e che riassume l’egoismo e la prepotenza dell’uomo di oggi:  

“Le mie azioni e i miei comportamenti sarebbero stati ininfluenti. E, il fatto che fosse colpa degli altri e che tanto ero troppo piccolo per cambiare le cose ha fatto sì che, alla fine, io me ne sia fregato. Ho preso aerei, tenuto acceso il condizionatore, ignorato la raccolta differenziata, mangiato carne e consumato sushi ogni volta che ne avevo voglia, e quando mi sentivo in colpa mi autoassolvevo, pensando che tanto da solo non sarei bastato a cambiare le cose [...] Adesso so che è anche colpa mia”. 

Molte aree di Mumbai, a causa dell’innalzamento del mare, entro il 2050 verranno sommerse, e la popolazione potrebbe raggiungere i 40 milioni di abitanti. Già adesso, in molte zone rurali, risulta difficile l’approvvigionamento di acqua; l’inquinamento, soprattutto per chi vive nei pressi di industrie, causa malattie cutanee e respiratorie.

Ciò che accade in India è il risultato degli eccessi dell’Occidente e della ricchezza smodata (anche interna al Paese), che hanno reso sempre meno vivibile la vita - soprattutto per i meno agiati. 

La dichiarazione profetica di Isaac Asimov sul sovraffollamento

Nel 1988, il giornalista Bill Moyers, in un’intervista estremamente attuale, incalzava Isaac Asimov con questa domanda: “Cosa succederà dell’idea della dignità della specie umana se questa crescita della popolazione continuasse al ritmo attuale?” Asimov, quasi freddamente, rispondeva:

“Credo che ne uscirà completamente distrutta. […] la democrazia non può sopravvivere alla sovrappopolazione. La dignità umana non può sopravvivere. Convenienza e decenza non possono sopravvivere. Man mano che metti sempre più persone sul mondo, il valore della vita non solo diminuisce, scompare. Non importa se qualcuno muore. Più persone ci sono, meno un individuo importa”.

L'affermazione di Isaac Asimov sul sovraffollamento dal minuto 3:05

Se da una parte la crescita della popolazione è allarmante e mette a dura prova la nostra esistenza sulla Terra, dall’altro lato il solco tracciato dalle vittime della pandemia (e non solo) dovrebbe essere un campanello d’allarme - il monito per fare in modo che tutto ciò non si ripeta. I governi, questa volta, non dovrebbero farsi trovare impreparati, ma iniziare ad attuare politiche precise riguardo a questi temi cruciali. Anche perché il sovraffollamento, la pandemia e la crisi climatica non fanno altro che aumentare i divari sociali e l’instabilità dei governi, minando i diritti umani.

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Oggi, la maggior parte delle persone vive in condizioni a dir poco disumane e di estrema povertà. Secondo il sito Water.org, 663 milioni di persone non hanno accesso a un bene primario come l’acqua. Ma anche eliminando le disuguaglianze e facendo in modo che ogni abitante goda di tutti i beni e i servizi primari come un cittadino dei Paesi più sviluppati, paradossalmente non sarebbe possibile sostenere i ritmi attuali: la Terra collasserebbe, e le sue risorse sarebbero prosciugate nel giro di qualche anno. Quello all’orizzonte è dunque uno scenario poco roseo, con cui bisogna inizare a fare i conti. E di cui si prenda, una volta per tutte, piena coscienza.

Sara Ausilio

Sara Ausilio

(Forse) l’unica bolognese che non mangia ragù e tortellini. Vegana per ragioni etiche e ambientali. Mi piace cucinare sano, camminare e nuotare in piscina. Resto ferma solo al cinema o davanti a uno Spritz. Nel sangue e nel cuore la Calabria (papà) e la Sardegna (mamma). Could you be loved di Bob Marley è il mio mantra. Qui racconto la realtà come riflesso di uno sguardo critico.

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