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Privilegio bianco: il fenomeno dello “skin bleaching”
03 giugno 2022

Privilegio bianco: il fenomeno dello “skin bleaching”

"Una gerarchia interrazziale basata sulla carnagione, che spesso offre privilegi sociali, culturali, economici e favoritismi nei confronti delle persone dalla pelle più chiara e discriminazione nei confronti di quelle con carnagione più scura" (Edward Ademolu, scienziato)

Sbiancare la pelle il più possibile è una pratica diffusa in tutto il mondo. E’ il fenomeno dello “skin bleaching” e risale all’epoca coloniale. Si tratta di una questione culturale: conquistatori, vincitori e sfruttatori sono stati per secoli i bianchi. Bianco era anche il colore della nobiltà. Adesso, in una realtà quasi ovunque multiculturale, si associa sempre meno il canone estetico al colore della pelle. Ma allora, perché ci si continua a schiarire la pelle?

Una questione coloniale

Per millenni, le donne hanno cercato di schiarire la loro pelle con metodi e creme cosmetiche contenenti mercurio e acido cloridrico, che inibiscono la produzione della melanina rendendo inattivo l’enzima della tirosinasi. Questo processo rende la pelle esposta e vulnerabile al melanoma causato dai raggi UV. I cosmetici utilizzati dalle donne greche e romane contenevano alte concentrazioni di mercurio per creare pigmenti per viso e labbra, ma non mancavano anche paste al piombo bianco e polvere di riso.

Inizialmente, in Africa Meridionale, venivano usate delle erbe per illuminare l’incarnato, non per sbiancarlo. Dopo la colonizzazione europea, la pratica di sbiancarsi la pelle si diffonde in modo massiccio a causa del razzismo che i conquistatori perpetravano sugli schiavi, cementificando il concetto che la pelle chiara fosse delle persone belle e di successo, mentre quella scura degli schiavi. Il divieto dei prodotti sbiancanti contenenti concentrazioni nocive di principio attivo non risolve il problema alla base, e cioè che "bianco è meglio".

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Regine di bellezza

A partire dagli anni '20, le creme schiarenti delle donne bianche sono sostituite da creme autoabbronzanti, simbolo di agio e benessere tipico del cambiamento di tonalità stagionale. Queste molecole da cibo e prodotti per la cura del corpo furono bandite dopo il 1973, a causa di diversi casi di avvelenamento da mercurio.

Negli anni '80, i prodotti schiarenti sono stati quelli più utilizzati dalle donne nelle famiglie nere, tanto che il movimento contro l’apartheid ne fece una argomentazione a favore dei diritti degli afroamericani.

Negli anni '90, molte aziende iniziarono a rimuovere le parole “white”, “bleaching” e altri sinonimi dalle loro confezioni per non incorrere in accuse di razzismo. Più recentemente, alcuni attivisti sono riusciti, con 23.000 firme, a far rimuovere da Amazon alcuni prodotti schiarenti contenenti sostanze dannose. 

Il business delle creme schiarenti in Sud Africa è molto redditizio, una donna su tre ne fa regolare uso (secondo un rapporto della CNN del 2018). I ricercatori sudafricani stessi hanno scoperto che il 40% dei prodotti schiarenti venduti a città del capo contengono mercurio e corticosteroidi.

La pelle bianca è vista non solo come attraente, ma anche come una certezza di vantaggi economici. In molte parti dell’Africa avere la pelle più chiara è un requisito fondamentale se si vuole lavorare nel mondo dello spettacolo o del cinema. Questi prodotti sono anche molto accessibili grazie al costo bassissimo; quelli più costosi, autorizzati e sponsorizzati, contengono hydroquinone. 

Oltre ad essere un fatto socialmente rilevante e diffuso in tutto il mondo, è anche diventato un fenomeno pericoloso per la salute pubblica. Sebbene commercializzare questi prodotti sia illegale, la vendita è sottobanco. L’unica cosa da schiarire sono le nostre idee.

Giulia Cerami

Giulia Cerami

Siciliana che sogna oltre i confini del mare. Guardo sempre le cose con un certo pessimismo, ecco forse perché mi interesso di tematiche ambientali e femminismi. Però niente paura, per bilanciare dipingo e l'arte cinematografica (del piccolo e grande schermo) ha un posto privilegiato nel mio cuore.

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