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Facciamo il punto della situazione sulle energie rinnovabili in Italia
30 aprile 2022

Facciamo il punto della situazione sulle energie rinnovabili in Italia

Il 22 aprile scorso il mondo ha celebrato la cinquantaduesima Giornata della Terra. Lo scopo è, ormai da tempo, quello di sensibilizzare contro i sempre più evidenti danni causati da decenni di uso incontrollato delle risorse e dalle emissioni di gas serra.

Fortunatamente, sempre più Paesi sono impegnati nella transizione da carburanti fossili all'energia rinnovabile, e la Giornata della Terra è un buon modo per controllare chi è al passo e chi no nel raggiungimento di tali obiettivi. Il traguardo dell’Unione Europea è avere zero emissioni per il 2050, e il piano italiano si allinea a questo, ma con un numero di possibili piccole eccezioni e svantaggi.

La situazione in Italia

Sulla carta, l’Italia si sta muovendo bene nel promuovere l‘energia pulita. Ha sorpassato i suoi obiettivi energetici sia nel 2018, sia nel 2020, superando il 17% dell’energia proveniente da fonti rinnovabili. Le emissioni di anidride carbonica totali sono diminuite del 28% dal 1990 al 2020. L’Italia è anche uno degli otto membri dell'Unione Europea impegnati nell’eliminare l’energia proveniente dal carbone come specificato nel “Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima”. È, inoltre, uno dei primi dieci Paesi in Europa con la maggior parte della produzione elettrica proveniente da fonti rinnovabili. 

Un altro passo promettente è stato la pubblicazione della “Strategia energetica nazionale” nel 2017, che comprende diversi obiettivi come parte di un piano decennale per passare a un’energia più sostenibile. Tali obiettivi includono: “raggiungere una quota del 28% di energie rinnovabili sul consumo totale di energia entro il 2030 e una quota del 55% di energie rinnovabili sul consumo di energia elettrica entro il 2030”, oltre ad avere una fornitura domestica di energia più stabile.

Questi sono i passaggi fondamentali verso un futuro più sostenibile, e per certi versi l’Italia si sta comportando meglio di altri Paesi. Tuttavia, vi sono ancora lacune tra ciò che viene fatto, ciò che si dice venga fatto e ciò che si dovrebbe fare.

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La strategia energetica nazionale, infatti, pone un forte accento sulla transizione energetica, ma è difficile trovare dei piani che spieghino passo-passo come raggiungere la lunga lista di traguardi. Inoltre, alcuni degli obiettivi non sono abbastanza ambiziosi da tenere il passo con il mantenimento della temperatura media al di sottodi 1,5 gradi - che è la soglia che la maggior parte degli scienziati considera cruciale. Germania, Spagna e Paesi Bassi hanno obiettivi di energia rinnovabile superiori al 75%: l'Italia è ferma al 55% entro il 2030.

Una corsa a ostacoli

Un ostacolo significativo nei piani per promuovere l'energia rinnovabile è stato posto dall’invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Molti membri dell'UE dipendono fortemente dal gas e dal petrolio russi, Italia compresa: il gas naturale russo rappresenta il 45% delle importazioni italiane di gas naturale.

A febbraio, il Primo Ministro Mario Draghi ha menzionato un possibile aumento della produzione di carbone, affermando che “potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell'immediato”. Questo, di certo, contrasterebbe i già elevati costi energetici, e l'Italia non sarebbe nemmeno l'unico paese dell'UE a valutare questa opzione; ma, se queste pratiche dovessero diventare più che temporanee, si tratterebbe di un disastro per la neutralità climatica.

Le buone notizie

Sebbene ci siano stati alcuni passi indietro nello sforzo di combattere il cambiamento climatico, ci sono stati anche importanti progressi. L'Italia sta per completare il suo primo parco eolico off-shore al largo di Taranto, che si prevede farà risparmiare circa 730.000 tonnellate di CO2 in venticinque anni. Il governo, inoltre, ha recentemente approvato la creazione di sei nuovi parchi eolici in Puglia, Basilica e Sardegna, che saranno parte di un piano per contrastare la dipendenza dal gas russo entro il 2025.

Fra alti e bassi, insomma, i tentativi dell'Italia nella promozione delle risorse rinnovabili sono evidenti. La domanda più grande, però, è se in futuro le vittorie saranno sufficienti a cancellare le perdite.

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